UFFICIO NAZIONALE PER L'ECUMENISMO E IL DIALOGO INTERRELIGIOSO
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Veritas in caritate – n.1/2014

«Cristo non può essere diviso» Questo passo dalla I Lettera ai Corinzi (1,1-17) di Paolo guida, quest’anno, i cristiani in preghiera sulla strada per la costruzione di un’unità sempre più visibile della Chiesa nella Settimana dal 18 al 25 gennaio; si tratta di un passo che suscita una particolare speranza per il futuro del dialogo ecumenico, tanto più in una stagione, nella quale si moltiplicano iniziative e incontri, a vario livello, per scoprire come i cristiani possano annunciare e vivere insieme Cristo, Salvatore delle genti.
20 Gennaio 2014
«Cristo non può essere diviso»
Questo passo dalla I Lettera ai Corinzi (1,1-17) di Paolo guida, quest’anno, i cristiani in preghiera sulla strada per la costruzione di un’unità sempre più visibile della Chiesa nella Settimana dal 18 al 25 gennaio; si tratta di un passo che suscita una particolare speranza per il futuro del dialogo ecumenico, tanto più in una stagione, nella quale si moltiplicano iniziative e incontri, a vario livello, per scoprire come i cristiani possano annunciare e vivere insieme Cristo, Salvatore delle genti. Proprio la centralità dell’annuncio di Cristo nella missione della Chiesa costituisce un punto fondamentale nel dialogo ecumenico, senza dimenticare le questioni teologiche ancora aperte sulle quali prosegue il confronto per comprendere come le letture delle singole confessioni cristiane non devono essere più alibi o ostacolo alla missione della Chiesa. Accanto alla rinnovata attenzione a immaginare un impegno condiviso e quotidiano nell’annuncio di Cristo Uno la I Lettera ai Corinzi aiuta comprendere come l’unità della Chiesa rappresenta fin dalle prime comunità cristiane una dimensione prioritaria  nella quale però gli uomini e le donne che si sono posti nella sequela di Cristo, sono chiamati a misurare povertà e paure nell’abbandonarsi alle parole di Cristo che chiede ai cristiani di «essere uno». Nei secoli dell’esperienza cristiana, che ha seguito così tante strade sempre nella prospettiva di comprendere meglio la rivelazione del dono dell’amore gratuito per la salvezza del mondo, la vita delle comunità cristiane è stata profondatemente segnata  dalle divisioni; da pochi decenni i cristiani, in un numero sempre maggiore, in una dimensione veramente universale, hanno cominciato a pregare per rimuovere lo scandalo della divisione alla ricerca dell’unità visibile: la preghiera rappresenta la fonte privilegiata con la quale sostenere il dialogo ecumenico. Quest’anno è stato chiesto ai cristiani canadesi di preparare un Sussidio per la Settimana di preghiera, condividendo così l’esperienze ecumeniche  in Canada, dove «un aspetto importante della vita ecumenica recente è costituito dal coinvolgimento crescente delle comunità e dei pastori evangelicali negli incontri ecumenici locali, nel dialogo, nel culto ecumenico e nel ministero alla comunità», come si legge nel Sussidio.
In Italia la Settimana di preghiera è preceduta dalla Giornata per l’approfondimento della conoscenza del popolo ebraico che è giunta alla sua XXV tappa, dal momento che è stata istituita dalla Conferenza Episcopale Italiana nell’autunno del 1989; si tratta di una giornata che è diventata sempre più ecumenica, nella progettazione e nella partecipazione, anche per il valore fondante della comune riflessione sulle radici ebraiche nell’ecumenismo. Nella sezione Memorie Storiche  viene ripubblicato un testo di mons. Giuseppe Chiaretti, che è stato presidente della Commissione per l’ecumenismo della Conferenza Episcopale, del 17 gennaio 1996; in questo testo mons. Chiaretti propone una riflessione sulla peculiarità del dialogo ebraico-cristiano e e sulla sua importanza nel cammino ecumenico prendendo spunto dalla dichiarazione Nostra aetate del Vaticano II, che ha segnato una svolta nei rapporti tra la Chiesa cattolica e il mondo ebraico, come proprio la recezione di Nostra aetate ha mostrato.
In questo numero di «Veritas in caritate», nell’ Agenda, si possono leggere delle tante iniziative che, in questi giorni, in molte diocesi, testimoniano la centralità del dialogo ecumenico e della conoscenza del popolo ebraico per la vita cristiana; nel formulare uno speciale ringraziamento a chi ha voluto condividere queste iniziative, comunicando il programma a «Veritas in caritate», si vuole anche esprimere l’idea che queste iniziative rappresentano solo una parte delle parole e dei gesti di cristiani e cristiane in Italia, impegnati in prima persona nella costruzione dell’unità visibile della Chiesa.
Il mese di gennaio è stato segnato, tra l’altro, dall’annuncio di papa Francesco del pellegrinaggio in Terra Santa, dove incontrerà il patriarca Bartolomeo per rinnovare il comune impegno alla testimonianza di Cristo: l’annuncio è arrivato nei giorni nei quali, in tanti, hanno ricordato il 50° anniversario del viaggio di Paolo VI e di Atenagoras, che ha aperto una nuova stagione nei rapporti tra Roma e Costantinopoli. Su questo viaggio, nella Rassegna stampa,  si può leggere l’editoriale di Giovanni Maria Vian su «L’Osservatore Romano» del 4 gennaio e una presentazione di mons. Elio Bromuri. Del viaggio del 1964 si può leggere anche un Fuorionda nella sezione sul Vaticano II.
Dopo il discorso di papa Francesco ai membri del comitato cattolico per la collaborazione culturale con le Chiese ortodosse e le Chiese ortodosse orientali dell’11 gennaio, nella Documentazione ecumenica si può trovare un intervento di mons. Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia, vice-presidente della Conferenza Episcopale Italiana, sulla famiglia, un tema sul quale, da anni, la riflessione ecumenica si è venuta arricchendo anche alla luce dalle tante esperienze ecumeniche che coinvolgono, su questo tema, numerose comunità nel mondo; mons. Bassetti, così attento al dibattitto e alla testimonianza ecumenica, è stato uno dei 19 cardinali creati da papa Francesco che ha voluto annunciare i loro nomi al termine dell’Angelus domenica 12 gennaio. Nell’elenco dei neo-cardinali c’è anche  mons. Loris Capovilla che è stato il segretario di Giovanni XXIII, prima a Venezia e poi negli anni romani, coltivando negli anni la memoria di papa Roncalli, che il 27 aprile 2014 sarà dichiarato santo insieme a Giovanni Paolo II, con una passione e una gioia che hanno sostenuto e alimentato il cammino ecumenico che deve tanto a Giovanni XXIII che volle l’ecumenismo tra le priorità del Concilio Vaticano II: quest’anno, tra qualche mese, celebreremo il 50° anniversario della promulgazione del decreto sull’ecumenismo Unitatis redintegratio del Vaticano II e, proprio nei giorni della Settimana di preghiera, la speranza  è che questo annniversario possa essere un tempo per ringraziare il Signore dei passi compiuti e per vivere insieme, sempre più la luce di Cristo, che illumina il mondo.
Riccardo Burigana

ALLEGATI