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Ebraismo Amicizia e dialogo

Il dialogo ebraico-cristiano

Un po' di storia...

Probabilmente la prima associazione ad essersi occupata di dialogo ebraico-cristiano è stata la London Society of Christians and Jews, nata a Londra nel 1927.

Durante gli anni della seconda guerra mondiale, dall’impegno dello storico francese Jules Isaac è nata, invece, l’esperienza delle Amicizie Ebraico-Cristiane, sviluppatesi inizialmente in Francia, in Svizzera, poi in Italia, a Firenze – con il contributo tra gli altri di Giorgio La Pira – e successivamente anche in altre città italiane. Dopo aver cominciato a fare delle ricerche sul tema dell’antigiudaismo cristiano, la vita di Isaac è scossa da un tragico evento: in un momento in cui non si trovava in casa, la Gestapo porta via la sua famiglia. Nel correre alla stazione per consegnarsi ed essere deportato insieme a loro, trova un biglietto che la moglie aveva lasciato cadere dal treno in cui era stata caricata per portarla ai campi di concentramento. Nel biglietto si leggeva: “Continua a fare quello che stai facendo”, cioè gli studi sulle radici religiose dell’antisemitismo. Isaac decide, quindi, di non consegnarsi e, continuando a nascondersi, decide di completare il suo studio. Durante gli anni della Shoah scrive il libro “Gesù e Israele” nel quale raccoglie e smonta uno ad uno tutti i principali pregiudizi cristiani nei confronti dell’ebraismo.

International Council of Christians and Jews

Nel 1946 viene costituito l’International Council of Christians and Jews a cui le esperienze precedenti di dialogo aderiscono.

Nel 1947, durante la Conferenza internazionale contro l’antisemitismo, con il documento “I dieci punti di Seelisberg” vengono gettate le basi del moderno dialogo ebraico-cristiano.

Nel 1960 Jules Isaac viene ricevuto da papa Giovanni XXIII, grazie anche all’intervento di Maria Vingiani, fondatrice del Segretariato Attività Ecumeniche (SAE). Durante questo incontro di 20 minuti Jules Isaac dice al papa che ha la speranza che la Chiesa Cattolica compia passi importanti per un nuovo rapporto con l’ebraismo. Il papa gli risponde: “Lei ha diritto a qualcosa in più di una speranza” e affida al cardinale Augustin Bea, gesuita, il compito di coordinare la redazione di un documento sul rapporto tra cattolicesimo ed ebraismo. Quel documento viene poi ulteriormente elaborato inserendo anche le altre religioni: nasce così la dichiarazione “Nostra Aetate”, che viene approvata dal Concilio Vaticano II nel 1965. Da lì in poi il dialogo si espande.

Nel dicembre 1980 iniziano i Colloqui Ebraico-Cristiani di Camaldoli, che rappresentano una svolta importante, perché per la prima volta si diede carattere nazionale al movimento per il dialogo ebraico-cristiano in Italia. Da allora ogni anno (l’unico anno in cui non si sono tenuti è il 2020, a causa della pandemia da Covid-19) i vari gruppi si incontrano a Camaldoli.

Federazione delle Amicizie Ebraico-Cristiane in Italia

Nel 1988 nasce la Federazione delle Amicizie Ebraico-Cristiane in Italia che rappresenta le Amicizie d’Italia all’interno dell’International Council of Christians and Jews e ha lo “scopo di favorire e sviluppare la conoscenza, la comprensione, il rispetto e l’amicizia tra ebrei e cristiani in una prospettiva di apertura e di dialogo con le religioni e gli uomini tutti, al fine di creare una convivenza umana dalla quale sia esclusa per sempre ogni forma di incomprensione e di odio”.

Nel 1989, su invito del Segretariato Attività Ecumeniche e della Federazione delle Amicizie ebraico-cristiane, la commissione ecumenica della Conferenza Episcopale Italiana, presieduta dal Vescovo di Livorno Alberto Ablondi, istituisce la Giornata dell’ebraismo che si celebra ogni anno il 17 gennaio, all’inizio della Settimana per l’unità dei cristiani (18-25 gennaio).

Che senso ha parlare di dialogo ebraico-cristiano oggi?

La cronaca, gli studi sull’intolleranza, certe pubblicazioni ci mostrano che le piccole o grandi forme di ostilità identitaria non sono acqua passata, ma, attingendo dalle tradizioni del passato, assumono nel corso del tempo nuove forme. Il dialogo non può quindi mai ritenersi concluso, perché come l’intolleranza muta nel tempo, così il dialogo ha sempre bisogno di essere ravvivato e rinnovato. Esso si può riassumere in quattro parole, quattro verbi: conoscere, accettare, rispettare, educare.

Se la storia ci ha insegnato qualcosa è che la conoscenza è fondamentale per non cadere nei pregiudizi reciproci e in manifestazioni d’odio. Il dialogo nutre la conoscenza e conduce verso un maggiore rispetto reciproco. Per fare ciò è necessario alimentare la nostra capacità d’ascolto, ancor prima di cercare il confronto. Dialogare significa imparare a conoscere le differenze e vederle non come un problema, non come un ostacolo all’incontro, ma come un elemento che arricchisce la nostra comprensione dell’altro e di noi stessi. Chi è pienamente consapevole di sé e della ricchezza e della complessità dell’altro sa andare ben al di là dei pregiudizi.

Il secondo passo nel cammino del dialogo è quello di accettare l’altro così come è, con le sue peculiarità. Significa riconoscere le differenze religiose e culturali (perché l’ebraismo non è solo una fede, ma anche una cultura) e accettarle. Significa superare i propri pregiudizi e accettare che l’altro può pensarla in maniera diversa da me, senza che ciò costituisca un problema. Accettare e rispettare le differenze è importante non solo a livello religioso, ma anche sociale. Il rispetto è fare spazio all’altro, perché possa esprimersi liberamente nelle sue peculiarità, e promuovere una cultura dell’incontro invece di una cultura dello scontro, una cultura della stima reciproca invece che del disprezzo.

È dunque, infine, importante educare le giovani generazioni a queste tematiche per evitare atteggiamenti di chiusura su se stessi che non portano ad altro che alla costruzione di un’opposizione tra un “noi” rassicurante e un “loro” che incute diffidenza. Il diverso fa paura, ciò che si conosce no.

Spesso queste tematiche sono relegate ad un pubblico molto in là con gli anni, oltre i 60. In realtà, già da tempo in Italia si sta lavorando affinché questi argomenti siano proposti ai giovani e affinché siano i giovani stessi ad occuparsi di dialogo ebraico-cristiano. A questo proposito, l’Amicizia Ebraico-Cristiana Giovani è un’associazione costituita da giovani dai 18 ai 35 anni che si occupano di dialogo.

Avvicinare i giovani al dialogo, far conoscere il dialogo ai giovani è possibile! È possibile affrontare tematiche importanti, temi così delicati con uno stile che appartiene alla loro generazione.

Il compito degli educatori è quello di portare questi temi a loro conoscenza realizzando attività dedicate al dialogo e coinvolgendo i giovani in prima persona.

La testimonianza è sicuramente importante, come altrettanto importante è cercare di promuovere il rapporto personale tra persone di diversa fede e cultura, perché nella pratica il dialogo è molto più coinvolgente della teoria.

Fare dialogo ebraico-cristiano con i giovani

Di seguito qualche proposta pratica con delle attività da realizzare per affrontare il dialogo ebraico-cristiano con i giovani.

TEOLOGIA POP

Con il termine teologia pop si vuole indicare la teologia popolare, l’utilizzo delle più disparate forme della cultura popolare quale luogo di riflessione religiosa. Può essere ad esempio interessante capire come nel mondo di oggi, nelle serie tv, nei libri, nel cinema le nostre fedi sono rappresentate, molto spesso attraverso degli stereotipi. Si possono organizzare dei momenti di incontro dopo aver visionato film o serie tv o aver letto parti di libri e mettere i giovani delle varie fedi a confronto su come la loro fede è rappresentata nel quotidiano. Questa modalità di lavoro può creare un dialogo molto intenso e autentico, può far emergere delle comunanze di sentire nel venire rappresentati attraverso degli stereotipi. È possibile anche approfondire le letture religiose che vengono fatte di classici del cinema.

Es.: Unorthodox (serie tv Netflix), quarta stagione di Skam Italia (serie tv Netflix), Harry Potter, Star Wars…

COMMENTO BIBLICO

Coinvolgere giovani ebrei e giovani delle varie confessioni cristiane nella lettura del brano biblico del giorno. Ciascuno può leggere e commentare il brano del giorno alla luce della propria tradizione religiosa, mettendo in risalto come su uno stesso testo possano esistere diverse interpretazioni e come da uno stesso testo possano emergere riflessioni diverse, ma comunque tutte da rispettare e apprezzare.

BIBLIODRAMMA

Coinvolgere i giovani delle varie confessioni religiose nella realizzazione di una scena a partire da un brano biblico comune alle varie tradizioni (es. Torre di Babele). Al termine dell’esperienza di gruppo ciascuno si sarà messo in gioco e anche i più timidi avranno avuto modo di farsi conoscere. Quest’attività può aiutare a sviluppare un senso di gruppo, che può fungere da base per affrontare in seguito argomenti più importanti, con la consapevolezza di far parte di un gruppo che cammina insieme.

Le tre fasi del bibliodramma sono:

  1. Introduzione e riscaldamento;
  2. Rappresentazione del testo biblico;
  3. Condivisione finale.
Il kit del dialogo ebraico-cristiano

Si propone un percorso realizzato dal Prof. Marco Cassuto Morselli, Presidente della Federazione delle Amicizie Ebraico-Cristiane in Italia, e pubblicato da PARS (il portale web di formazione e informazione per il contrasto dell’analfabetismo religioso)

Percorsi formativi sul dialogo ebraico-cristiano

Qualche video

Si propongono alcune lezioni della Prof.ssa Claudia Milani, docente di Storia delle religioni ed Ebraismo, e organizzate dalle Acli di Bergamo tramite la rassegna culturale “Molte Fedi”:

  1. Ebraismo: un po' di storia

2. Ebraismo: Voltala e rivoltala, tutto è in essa contenuto

3. Ebraismo: Chi è ebreo?

4. Ebraismo: Una terra che stilla latte e miele

Qualche libro
  • ISAAC JULES, Gesù e Israele, Marietti, 2001
  • CHAYO MYRNA, BRANCA PAOLO, EL AMRANI MOULANY ZIDANE, Nati da Abramo: un’ebrea, un cristiano e un musulmano: dalla conoscenza al dialogo, Marietti, 2017
  • GARRONE DANIELE (a cura di), Ebraismo. Guida per non ebrei, Claudiana, 2019
  • HADDAD PHILIPPE, L’ebraismo spiegato ai miei amici: la sua storia, i suoi riti, le sue sfide, Giuntina, 2003
  • HORA ABOAV, Crescere con le radici delle parole ebraiche, Castelvecchi, 2021
  • SZLAKMANN CHARLES, L’ebraismo per principianti, Giuntina, 1987
  • VIVIAN DARIO, Cristianesimo for dummies: principianti che si interrogano, Messaggero, 2017
  • AA.VV., L’ebreo inventato. Luoghi comuni, pregiudizi, stereotipi, Giuntina, 2021

Credits:

Ebraismo - Amicizia e Dialogo Creato con un’immagine di Carly Hennigan - "Glowing Hanukkah Candles"