UFFICIO NAZIONALE PER L'ECUMENISMO E IL DIALOGO INTERRELIGIOSO
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Veritas in caritate Informazioni dall’Ecumenismo in Italia 13/6-7 (2020)

Questo numero di «Veritas in caritate» è stato chiuso il 21 agosto 2020, nel giorno del X anniversario della scomparsa di mons. Alberto Ablondi (1924-2010), che è stato uno dei pionieri del movimento ecumenico in Italia
27 Agosto 2020

Dieci anni….
Questo numero di «Veritas in caritate» è stato chiuso il 21 agosto 2020, nel giorno del X anniversario della scomparsa di mons. Alberto Ablondi (1924-2010), che è stato uno dei pionieri del movimento ecumenico in Italia: le sue parole costituiscono, tuttora, una fonte preziosa per la comprensione di quanto prioritario deve essere il cammino verso la piena e visibile unità della Chiesa nell’esperienza di fede di ogni uomo e di ogni donna, in qualunque luogo, come segno tangibile dell’obbedienza a Cristo. Per fare memoria di mons. Ablondi si può leggere, in Per una rassegna stampa sull’ecumenismo, un articolo, pubblicato da «L’Osservatore Romano», proprio in occasione del X anniversario della morte di mons. Ablondi, nel quale, fin dal titolo, Eredità viva, appare evidente l’intento di proporre una riflessione che, prendendo spunto da alcune significative tappe della vita del presule, aiuti a comprendere l’importanza del dialogo per l’annuncio e la testimonianza della Parola di Dio; in tutta la sua vita, fin dai suoi primi anni di sacerdozio, quando forte era ancora la tensione verso una vita interamente dedicata allo studio dell’archeologia, mons. Ablondi ha coltivato il dialogo trovando nelle Sacre Scritture un punto di riferimento per approfondire ricchezze e dimensioni del dialogo. La celebrazione del Concilio Vaticano II rappresentò, anche per mons. Ablondi, come egli amava spesso ricordare, in pubblico come in privato, un passaggio significativo per un aggiornamento teologico che spingeva a un rinnovamento, alimentato dai documenti promulgati in Concilio e sostenuto dal magistero di Paolo VI, proprio a partire dalla riscoperta di alcune categorie tra le quali un posto di rilievo era occupato dal dialogo nella Chiesa per la Chiesa e della Chiesa con il mondo.
Nel voler ricordare la figura e l’opera di mons. Ablondi nelle Memorie Storiche viene riproposto un testo, tra gli oltre 250 presenti nella Biblioteca Digitale per il Dialogo del Centro Studi per l’Ecumenismo in Italia, sulla dimensione del dialogo ebraico-cristiano per mons. Ablondi; la scelta è caduta su questo testo dal momento che il tema del dialogo ebraico-cristiano è stato così appassionatamente presente nel magistero episcopale di Ablondi, per una pluralità di ragioni, tra le quali va ricordata la sua attenzione per la storia religiosa e civile di Livorno, dove le dinamiche tra cristiani e ebrei hanno costituito, per secoli, una peculiarità della città toscana. Ritornare alle parole di
cogliere le caratteristiche dell’azione di mons. Ablondi.
Anche in questo numero di «Veritas in caritate» si è deciso di pubblicare, prima della Agenda, dei testi di carattere ecumenico e interreligioso sui tempi presenti, così profondamente segnati dalla pandemia del covid-19; si tratta di quattro testi con quali favorire la condivisione di dolore e speranze, richiamando tutti i credenti a proporre delle strade con le quali affrontare il presente di sofferenza e di incertezza per costruire un domani di gioia.
Nella Documentazione Ecumenica sono stati inseriti due testi, le parole di papa Francesco dopo l’Angelus del 9 luglio e una dichiarazione del rev. Ioan Sauca, segretario ad interim del Consiglio Ecumenico delle Chiese, sulla decisione del presidente Erdogan di trasformare Aghia Sophia in moschea, mettendo così fine a una situazione che negli ultimi decenni aveva favorito, anche nel recupero della storia di Aghia Sophia, il dialogo islamo-cristiano: questi due testi, tra i molti di Chiese, di organismi ecumenici e di comunità islamiche, hanno voluto manifestare dispiacere e preoccupazione per la decisione del governo turco. Sempre nella Documentazione Ecumenica, oltre che a due omelie di papa Francesco sul dialogo e sulla cultura dell’accoglienza si può leggere il messaggio della Conferenza Episcopale Italiana per la XV Giornata nazionale per la custodia del creato: di questa Giornata, che quest’anno, nel rispetto delle norme anti covid-19, celebrerà il convegno nazionale nell’arcidiocesi di Ferrara-Comacchio (5-6 settembre), si possono trovare i programmi di incontri diocesani nell’Agenda, dove è stato inserito, tra l’altro, anche il calendario dei Lunedì di Capodimonte per l’unità dei cristiani promossi dalla Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale e dal Consiglio delle Chiese Cristiane della Campania e delle lezioni del secondo anno del corso Ut unum sint presso la Pontificia Università San Tommaso d’Aquino.
Infine piace condividere una notizia della vita dell’Istituto di Studi Ecumenici San Bernardino di Venezia, dove il Centro Studi per l’Ecumenismo in Italia è ospitato fin dalla sua fondazione nel novembre 2008, prima in una sede del tutto provvisoria, nello stesso piano dove si tengono le lezioni e dove si trova la presidenza dell’ISE, e poi, dal 7 luglio 2012 , in dei locali a piano terreno, grazie all’intervento della Fondazione Giovanni Paolo II, in particolare del suo presidente, mons. Luciano Giovannetti, vescovo emerito di Fiesole, che volle assumersi l’onere di ospitare il Cento Studi, con la sua biblioteca e, soprattutto, con il suo archivio cartaceo e digitale: sabato 4 luglio è stato reso noto che il padre francescano Lorenzo Raniero, da anni docente all’Istituto, è stato nominato preside dell’Istituto. A lui vanno i migliori auguri per questo servizio al quale è stato chiamato in un tempo in cui il cammino ecumenico ha assunto una valenza del tutto particolare alla luce del magistero di papa Francesco e della nuova dimensione del pluralismo confessionale e interreligioso in Italia.
Non si può concludere questo editoriale senza rivolgere un pensiero al Libano, colpito nelle scorse settimane, dopo mesi di incertezze politiche e crisi economica, dal disastro causato dall’esplosione nel porto di Beirut: a tutti i libanesi «Veritas in caritate» esprime solidarietà e sostegno in un tempo tanto difficile della loro vita, chiedendo un aiuto per quanto la Fondazione Giovanni Paolo II sta facendo dall’indomani della terribile esplosione.

Veritas in caritate