La luce del Natale
«La forza di qualsiasi Istituzione non risiede nell’essere composta da uomini perfetti (questo è impossibile) ma nella sua
volontà di purificarsi continuamente; nella sua capacità di riconoscere umilmente gli errori e correggerli; nella sua abilità di
rialzarsi dalle cadute; nel vedere la luce del Natale che parte dalla mangiatoia di Betlemme, percorre la storia e arriva fino alla
Parusia» questo passaggio è tratto dal discorso di papa Francesco alla Curia Romana per gli auguri di Natale (21dicembre)
nel quale il papa ha affrontato tanti temi del presente e del futuro della Chiesa, chiedendo a tutti di guardare dentro di sé per
scoprire, insieme, debolezze, paure, forze e risorse in modo da essere sempre più efficaci testimoni della Buona Novella nel
mondo del XXI secolo; si tratta di un discorso con il quale, a oltre cinque anni dalla sua elezione, papa Francesco delinea
uno stile e un contenuto nella missione che deve caratterizzare la Chiesa, sempre in cammino, chiamata a confrontarsi con le
lacune e gli errori dei suoi membri, che mai deve perdere di vista la sua natura e proprio per questo deve perseguire un
cammino di ascolto e di dialogo nell’accoglienza dell’altro, nella fedeltà a una dimensione ecumenica che costituisce una delle
priorità del pontificato bergogliano. Questo discorso viene riprodotto, integralmente, nella Documentazione Ecumenica, dove si
possono leggere anche altri interventi di papa Francesco di queste settimane (Discorso alla delegazione della Commissione
Internazionale contro la pena di morte, 17 dicembre 2018; Messaggio alla Giornata di Studio sul tema “Acqua, agricoltura e alimentazione:
costruiamo il domani”, 13 dicembre 2018 e Messaggio ai partecipanti alla Conferenza Internazionale “I diritti umani nel mondo
contemporaneo: conquiste, omissioni, negazioni, 10 dicembre 2018) nei quali ricorrono dei temi (il valore della vita, la salvaguardia
del creato, la lotta per i diritti umani) che costituiscono una parte consistente della testimonianza ecumenica dei cristiani del
XXI secolo. Questi interventi assumono anche un significato particolare alla luce dell’annuncio dei viaggi di papa
Francesco negli Emirati Arabi Uniti (3-5 febbraio) e in Bulgaria e Macedonia (5-7 maggio) che mostrano, ancora una volta,
quanto centrale sia per papa Francesco la costruzione del dialogo ecumenico e interreligioso per assicurare un futuro di pace
al mondo.
Sempre nella Documentazione Ecumenica si può leggere il messaggio, che anche quest’anno il Consiglio delle Chiese
cristiane di Milano, ha rivolto alla città di Milano, chiedendo sempre più cultura dell’accoglienza secondo le parole di Gesù
Cristo, la presentazione, firmata da mons. Ambrogio Spreafico, dal pastore Luca Maria Negro e dal metropolita Gennadios
Zervos, alla traduzione italiana del Sussidio, redatto quest’anno dai cristiani dell’Indonesia, per la prossima Settimana di
preghiera e l’introduzione sempre di mons. Spreafico al sussidio per la XXX Giornata di approfondimento della
conoscenza del popolo ebraico, che quest’anno propone di riflettere sul libro di Ester. Nell’Agenda Ecumenica si possono
leggere i programmi delle iniziative diocesane del prossimo gennaio; siamo grati con coloro che hanno voluto condividere
questi programmi e lo saremo con tutti coloro che lo vorranno fare nelle prossime settimane in vista dell’invio del numero di
gennaio di «Veritas in caritate», invio che avverrà, come tradizione, alla vigilia del 17 gennaio.
Nei giorni nei quali è stato redatto questo numero di «Veritas in caritate» ci sono stati anniversari, saluti e memorie. Il
13 dicembre il pastore Mario Affuso ha compiuto 86 anni di una vita che è stata una testimonianza cristallina dell’amore per
l’evangelo che ha guidato e illuminato le sue parole e i suoi gesti che tanta gioia e tanta speranza hanno dato a uomini e
donne che hanno avuto il dono di incontrarlo, di ascoltarlo, di condividere con lui anche un solo momento scoprendo così il
suo appassionato amore per la Chiesa Una: a lui vanno gli auguri, in ritardo, con un’infinita riconoscenza per quanto ha fatto
e fa per il cammino ecumenico. Il 23 dicembre il pastore luterano Bernd Prigge ha lasciato Venezia dopo anni di servizio alla
guida della Comunità luterana di Venezia: in questi otto anni il pastore Prigge è stato un punto di riferimento per il dialogo
ecumenico, non solo nella città di Venezia, condividendo idee e proposte per scoprire giorno dopo giorno cosa già unisce i
cristiani nel profondo rispetto delle proprie identità; nell’anno in cui i cristiani hanno commemorato, insieme, per la prima
volta, il 500° anniversario dell’inizio della Riforma, Venezia è stato un luogo nel quale si è potuto toccare con mano quanto
questo anniversario abbia aiutato i cristiani a recuperare la memoria storica in una prospettiva di riconciliazione che non
serve per nascondere o per dimenticare le pagine nere ma per aiutare a vivere con sempre maggiore efficacia la missione
dell’annuncio della Parola di Dio. Il pastore Prigge prosegue il suo ministero a Erfurt, nell’abbazia agostiniana, dove la porta
sarà sempre aperta per tutti, sempre, così come è stato in questo otto anni a Venezia. Il 18 dicembre 1924 nasceva a Milano,
Alberto Ablondi, al quale il cammino ecumenico deve tanto per le sue intuizioni, per il suo impegno, per il suo stile; tra le
sue opere ecumeniche c’è anche l’idea, condivisa con fratelli e sorelle, compagni di viaggio nella strada per la costruzione
dell’unità visibile della Chiesa, di creare un “Centro” nel quale raccogliere la memoria storica del movimento ecumenico e
promuovere l’informazione dell’ecumenismo. Di mons. Alberto Ablondi viene pubblicata, in Memorie Storiche, una sua
riflessione sul Natale del 1978 che mantiene una grande attualità, soprattutto per la dimensione quotidiana del cammino
ecumenico che gli stava tanto a cuore nella convinzione che solo con una conversione continua si potesse cominciare a
vivere il mistero dell’unità della Chiesa, affidando ogni passo nella mani di Dio Uno e Trino.
Riccardo Burigana