UFFICIO NAZIONALE PER L'ECUMENISMO E IL DIALOGO INTERRELIGIOSO
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Veritas in caritate. Informazioni dall’Ecumenismo in Italia 11/5 (2018)

Pregare insieme per l’unità «Vorrei chiedere di pregare per il Consiglio Ecumenico delle Chiese per la visita del Papa..
13 Giugno 2018

Pregare insieme per l’unità
«Vorrei chiedere di pregare per il Consiglio Ecumenico delle Chiese per la visita del Papa, per il cammino ecumenico che deve coinvolgere sempre più cristiani, in modo da poter vivere insieme, con creatività, con gioia e con efficacia, la vocazione cristiana a essere costruttori del Regno di Dio in terra, pellegrini di giustizia e di pace»: con queste parole si conclude l’intervista al pastore Olav Fyske Tveit, segretario del Consiglio Ecumenico delle Chiese, pubblicata da «L’Osservatore Romano»; in questa intervista che si può leggere integralmente anche nella sezione Per uua rassegna stampa sull’Ecumenismo, il pastore luterano Tveit parla dei progetti portati avanti dal Consiglio Ecumenico delle Chiese, soprattutto dopo l’ultima assemblea generale a Busan (2013), della situazione del dialogo tra il Consiglio e la Chiesa Cattolica, con il pensiero agli oltre 50 anni di condivisione e di confronto e infine dell’imminente visita di papa Francesco a Ginevra, una visita che ha suscitato tante speranze e tante attese alla luce del ruolo che il papa ha assunto nel cammino ecumenico dal momento che per le sue parole e per i suoi gesti «è un incoraggiamento a ricordare che dobbiamo fare insieme tutto ciò che possiamo, proseguendo il cammino che già condividiamo da anni in quella dimensione globale che è una delle peculiarità del dialogo ecumenico».
Dopo un mese di maggio così ricco di incontri ecumenici, dalle udienze di papa Francesco a Sua Beatitudine Rastislav, Metropolita delle Terre Ceche e della Slovacchia, Arcivescovo di Prešov (11 maggio) e a una delegazione del Patriarcato di Mosca (30 maggio), alla celebrazione della Settimana di preghiera per l’unità die cristiani in tanti paesi, dall’Australia al Brasile, nella settimana di Pentecoste o in quella successiva, alla XV Assemblea della Conferenza delle Chiese Europee a Novi Sad (30 maggio- 6 giugno) e, per venire all’Italia, dalla sobria celebrazione dei 50 anni del Centro Pro Unione di Roma alle preghiere ecumeniche per la Pentecoste, al convegno ecumenico dedicato alla memoria del pastore Renzo Bertalot, solo per citarne alcuni, senza dimenticare le voci, che hanno accompagnato l’inizio del Ramadan, come il messaggio di mons. Ambrogio Spreafico e don Cristiano Bettega per i musulmani italiani, nell’Agenda Ecumenica si possono leggere i programmi di due incontri, molto diversi per dimensioni, il XXI Convegno internazionale di Spiritualità ortodossa (Discernimento e spiritualità, Bose, 5-8 settembre) e la prima tappa dei Percorsi ecumenici (Da Ginevra nel mondo, Camaldoli, 14-16 settembre), mentre vanno ricordati il Corso di formazione ecumenica (La Verna, 9-13 luglio) e il XV Simposio intercristiano (La Spiritualità come provocazione per il mondo di oggi, Assisi, 28-30 agosto), promosso dall’Istituto Francescano di Spiritualità della Pontificia Università Antonianum di Roma e della Facoltà di Teologia della Università Aristotele di Salonicco.
Si era pensato di chiudere questo numero il 30 maggio: 25 anni fa, a Livorno, il salesiano Vincenzo Savio venne ordinato vescovo; il 14 aprile era stato eletto da Giovanni Paolo II vescovo titolare di Garriana e al tempo stesso nominato vescovo ausiliare di Livorno, dove lui aveva vissuto molti anni, prima come seminarista in mezzo ai più poveri, ancora alle prese con la pesante eredità delle distruzioni della Seconda Guerra Mondiale e poi come giovane sacerdote, chiamato ben presto a essere parroco della Chiesa del Sacro Cuore, dove egli aveva voluto vivere, fino in fondo, il suo desiderio di un profondo aggiornamento dell’azione pastorale di una comunità locale secondo la lettera e lo spirito del Concilio Vaticano II, prima di essere chiamato dall’arcidiocesi di Firenze a delineare il Sinodo Diocesano, che egli aveva accompagnato nella prima fase. Tra le molte iniziative degli anni livornesi del suo episcopato, accanto a mons. Alberto Ablondi, va ricordata la progettazione e creazione del Centro di Documentazione del Movimento Ecumenico Italiano (CeDoMEI) di Livorno, del quale mons. Savio fu uno dei soci fondatori, insieme a mons. Ablondi, a mons. Pietro Giachetti, a mons. Clemente Riva, a mons. Luigi Sartori, e alla professoressa Maria Vingiani, tanto di ricordare spesso che la scelta di un Centro Documentazione in una città di Livorno rispondeva al bisogno di recuperare una memoria ecumenica, di custodire il patrimonio spirituale dei pionieri dell’ecumenismo in Italia, in primis di mons. Ablondi, di promuovere una riflessione sulla dimensione quotidiana del dialogo, fondato sull’ascolto, sulla conoscenza, sull’accoglienza dell’altro in una «periferia» della Toscana; dopo il suo trasferimento nella diocesi di Belluno-Feltre ha continuato a seguire il CeDoMEI, con grande discrezione e rispetto per quanto stava facendo mons. Diego Coletti, successore di mons. Ablondi, tanto che l’ultimo incontro dei soci fondatori si tenne a Belluno, dove vennero discusse linee guida e proposte che hanno costituto, e tuttora costituiscono, l’orizzonte nel quale si è mosso il Centro Studi per l’Ecumenismo in Italia. Di mons. Savio, nella sezione Memorie Storiche, viene riproposto il discoro pronunciato in occasione della sua consacrazione episcopale.
Giovedì 7 giugno don Pierluigi Guidolin è tornato alla Casa del Padre, dopo due anni di una dura battaglia contro un tumore al pancreas che, se ha stravolto e prosciugato il suo corpo, mai ha fatto venire meno la limpida fede che, in tanti, hanno voluto ricordare nel giorno del suo funerale, a Treviso, nella Chiesa di San Nicolò, in una celebrazione eucaristica presieduta da mons. Gianfranco Agostino Gardin, vescovo di Treviso, che ha parlato di una «dolorosa separazione» da un dono, quale è stato e quale è don Pierluigi, per la Chiesa; don Pierluigi, negli anni del suo servizio di delegato per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso della diocesi di Treviso, ha fatto molto per vivere e per far conoscere la piena e visibile unità della Chiesa, con una particolare attenzione per i cristiani che si affacciavano, per la prima volta, nel cammino ecumenico, come i pentecostali, nella consapevolezza che con essi, come con tutti, si dovesse tenere la porta aperta andando oltre i pregiudizi che accompagnano, spesso, il nostro vivere.. La sua passione per il dialogo era rimasta bene viva, anche dopo aver lasciato l’Ufficio diocesano per l’ecumenismo per dedicarsi al Seminario e non si era affievolita con il comparire della malattia, tanto da scrivermi, a pochi giorni dall’incontro di Lund (31 ottobre 2016), «offro le mie difficoltà anche per il cammino ecumenico. Ho potuto seguire poco il Papa nel suo viaggio storico in Svezia ma nulla mi ha impedito di gioire per l’apertura dei cuori che ho visto, o nella fede, ho voluto vedere». Alle sue preghiera affidiamo ogni passo che sappia aiutarci a vivere, nella quotidianità del nostro testimoniare la gioia di Cristo Risorto, la Chiesa Una che dona speranza.
Riccardo Burigana

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