Il 23 marzo il Signore ha chiamato a sé Placido Sgroi, che era «un uomo di pace», come in tanti hanno ricordato anche in occasione del suo funerale, martedì 27 marzo, nella Chiesa di San Bernardino a Verona, dove egli viveva; Placido Sgroi era veramente «un uomo di pace», impegnato, con i suoi scritti, con le sue lezioni, con la sua vita quotidiana nella costruzione della pace, radicata sul dialogo, fatto di ascolto, di condivisione, di ospitalità. Chi scrive ha avuto il privilegio e la gioia di condividere con Placido Sgroi, fin dal 2004, la docenza presso l’Istituto di Studi Ecumenici San Bernardino di Venezia, dove Placido Sgroi, oltre a insegnare etica e pastorale ecumenica, è stato a lungo vice-presidente contribuendo con il suo appassionato lavoro, talvolta nell’ombra, sempre animato da una passione cristallina, a far crescere la riflessione teologica in campo ecumenico, aprendo, alla luce delle sue ricerche, delle piste di riflessione su temi, come la celebrazione dei matrimoni interconfessionali come opportunità straordinaria di comunione ecclesiale. Questo numero di «Veritas in caritate», del quale Placido Sgroi era un lettore attento, è dedicato a lui con un pensiero particolare alla sua moglie Carla, al suo figlio Lorenzo, e a tutti coloro che avevano in Placido un amico e un maestro, sempre disponibile all’ascolto e al dialogo.
Il mese di marzo ha visto anche la scomparsa di un altro testimone del dialogo ecumenico: il 9 marzo a Firenze si sono tenuti i funerali di Leda Minocchi, co-fondatrice della Comunità di Gesù, nel 1967, insieme a mons. Giuliano Agresti, che è stato uno dei primi presidenti della Commissione per l’ecumenismo della Conferenza Episcopale Italiana; in questi anni la Comunità di Gesù, «un’associazione laicale di diritto ecclesiale, nata a Firenze, come risposta al rinnovamento della Chiesa aperto dal Concilio Ecumenico Vaticano II», si è impegnata nell’opera di evangelizzazione e di catechesi tra gli ultimi del mondo, sviluppano una particolare vocazione, proprio in linea con quanto detto e promulgato al Vaticano II, al dialogo ecumenico e interreligioso; per questo la sede della Comunità di Gesù a Firenze, per anni, è stato un punto di riferimento per la riflessione e per il confronto tra cristiani anche grazie all’instancabile opera di Leda Minocchi che, con la sua stessa vita, ha testimoniato quanto fosse importante immergersi nel patrimonio spirituale, condiviso da tutti i cristiani, per comprendere come i cristiani, insieme, devono annunciare Cristo nel mondo; nella Rassegna Stampa viene ripubblicato il testo letto da Giuliana Masini in ricordo di Leda Minocchi, uscito nel settimanale delle diocesi della Toscana «Toscana Oggi».
Sempre nella Rassegna Stampa, insieme a degli articoli su incontri ecumenici a livello internazionale, tra i quali va segnalato quello sulla riunione annuale della Commissione internazionale per il dialogo dell’ordine francescano, che si è tenuta a Mostar dal 19 al 25 febbraio 2018, viene pubblicato un intervento di Angelita Tomaselli (Cut!” Buona la prima! I e le giovani d’Europa ci danno un taglio...), presidente del Ecumenical Youth Council in Europe.
Il 13 marzo si sono festeggiati i primi cinque anni del pontificato di papa Francesco: fin dai suoi primi gesti e dalle sue parole, quando affacciandosi al balcone si rivolse al mondo, è apparso chiaro quanto il papa considerasse centrale e prioritario l’impegno per la costruzione dell’unità visibile dei cristiani, a partire da un coinvolgimento quotidiano della Chiesa Cattolica nel cammino ecumenico in modo da sviluppare una sempre più visibile e piena comunione; in questi anni non sono mancanti i momenti nei quali papa Francesco ha sottolineato con maggiore forza questo suo impegno che ha sempre indicato in profonda continuità con i suoi predecessori, a partire da Paolo VI, anche se va osservato che in questi cinque anni papa Francesco ha aperto nuove strade al cammino ecumenico, soprattutto durante l’anno di «commemorazione comune» del 500° anniversario dell’inizio della Riforma, che ha profondamente segnato i rapporti ecumenici, al di là del salto qualitativo del dialogo tra la Chiesa Cattolica e la Federazione Luterana Mondiale. Tra i tanti che hanno voluto ringraziare il Signore per questi cinque anni del servizio petrino di papa Bergolio va ricordato il Patriarca ecumenico di Costantinopoli Bartolomeo I, che si recò personalmente a Roma per l’inizio del pontificato di papa Bergoglio, proprio dopo aver ascoltato l’espressione, «questo cammino della Chiesa di Roma, che è quella che presiede nella carità tutte le Chiese», che aveva suscitato tanto interesse; pochi giorni dopo l’elezione era toccato al Patriarca Bartolomeo rivolgersi a papa Francesco nell’incontro che il papa aveva voluto avere con i rappresentanti delle Chiese, degli organismi ecumenici e delle religioni che erano venuti a Roma proprio per l’inizio del pontificato: in quella occasione, ascoltate le parole del Patriarca Bartolomeo, papa Francesco si era rivolto a lui come «il mio Fratello Andrea», inziando così un cammino di fratellanza e di amicizia che in questi cinque anni ha contribuito a approfondire e a sviluppare il dialogo ecmenico. Il Patriarca Bartolomeo che ha voluto essere personalmente presente alla messa celebrata per Papa Francesco nella cattedrale cattolica di Istanbul; questa celebrazione, presieduta da mons. Paul Russell, nunzio apostolico a Ankara, è stato un momento nel quale la Chiesa cattolica in Turchia, con tutte le sue articolazioni, si è ritrovata per riaffermare l’importanza della creazione di ponti per il dialogo così come papa Francesco invita a fare.
In questo numero di «Veritas in caritate» di papa Francesco, nella Documentazione Ecumenica, viene proposto il discorso tenuto in occasione della visita del pontefice alla Comunità di Sant’Egidio per il 50° anniversario della sua fondazione (11 marzo) e le parole del papa alla delegazione Taoista di Taiwan (14 marzo); sempre in questa sezione si può una dichiarazione congiunta del Consiglio delle Conferenza Episcopali Europee e della Conferenza delle Chiese Europee, una riflessione sulla Pasqua di mons. Donato Oliverio, eparca di Lungro, che si appresta a giugno a ospitare la riunione annuale dei vescovi di rito greco in Europa, e una lettera di Valdo Bertalot che annuncia che « la Società Biblica Britannica e Forestiera (SBBF) dal prossimo 1 aprile interromperà le sue attività editoriale e di diffusione di testi biblici in vista dell'imminente cessazione definitiva della sua presenza in Italia», una notizia profondamente triste per tutti coloro che hanno conosciuto cosa ha fatto per anni la Società Biblica in Italia al servizio delle Chiese non solo per la diffusione della Parola di Dio ma per la costruzione dell’unità dei cristiani grazie a tante azioni che hanno formato generazioni di uomini e donne che hanno scoperto la gioia del cammino ecumenico proprio incontrando il pastore Renzo Bertalot e il dott. Valdo Bertalot in questi anni.
Nel formulare gli auguri per una serena e gioiosa Pasqua, che sia un tempo privilegiato per pregare, per vivere, per costruire la pace dell’amore misericordioso di Dio, Padre, Figlio e Spirito Santo, è grato riprendere le parole di papa Francesco, pronunciate nella liturgia del Giovedì Santo, nel carcere di Regina Coeli, al momento del gesto dello scambio della pace, «È facile essere in pace con coloro a cui vogliamo bene e con quanti ci fanno del bene; ma non è facile essere in pace con quelli che ci hanno fatto torto, che non ci vogliono bene, con i quali siamo in inimicizia. In silenzio, un attimo, ognuno pensi a coloro che ci vogliono bene e a cui noi vogliamo bene, e anche ognuno di noi pensi a coloro che non ci vogliono bene e anche a coloro a cui noi non vogliamo e anche – anzi – a coloro su cui noi vorremmo vendicarci. E chiediamo al Signore, in silenzio, la grazia di dare a tutti, buoni e cattivi, il dono della pace».
Riccardo Burigana