UFFICIO NAZIONALE PER L'ECUMENISMO E IL DIALOGO INTERRELIGIOSO
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Veritas in caritate 11/1 (2018)

Esodo ecumenico «Sono i nostri peccati a essere stati annegati da Dio nelle acque vive del Battesimo.
22 Febbraio 2018

Esodo ecumenico
«Sono i nostri peccati a essere stati annegati da Dio nelle acque vive del Battesimo. Molto più dell’Egitto, il peccato minacciava di renderci per sempre schiavi, ma la forza dell’amore divino lo ha travolto. Sant’Agostino (Sermone 223E) interpreta il Mar Rosso, dove Israele ha visto la salvezza di Dio, come segno anticipatore del sangue di Cristo crocifisso, sorgente di salvezza. Tutti noi cristiani siamo passati attraverso le acque del Battesimo, e la grazia del Sacramento ha distrutto i nostri nemici, il peccato e la morte. Usciti dalle acque abbiamo raggiunto la libertà dei figli; siamo emersi come popolo, come comunità di fratelli e sorelle salvati, come “concittadini dei santi e familiari di Dio” (Ef 2,19). Condividiamo l’esperienza fondamentale: la grazia di Dio, la sua misericordia potente nel salvarci»: questo è uno dei passaggi più significativi dell’omelia pronunciata da papa Francesco, il 25 gennaio, nella celebrazione dei vespri nella Basilica di San Paolo fuori le Mura, per la conclusione della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani; questa celebrazione che è ormai diventata una tappa tradizionale del cammino ecumenico, è stata l’occasione per ascoltare ancora una volta un appassionato intervento di papa Francesco sull’importanza della costruzione dell’unità visibile della Chiesa. Nel commentare il passo biblico, «Potente è la tua mano, Signore» (Esodo 15,6), scelto per la Settimana di preghiera del 2018 e accompagnato da una riflessione dei cristiani dei Caraibi, il papa ha sottolineato quanto è stato fatto nei decenni precedenti dai cristiani che sono riusciti, grazie all’aiuto di Dio, a venire fuori dall’Egitto, a aprirsi a una nuova prospettiva di testimonianza cristiana, con la quale mostrare il molto che già unisce i cristiani, cominciando dal battesimo; infatti per papa Francesco «quando diciamo di riconoscere il Battesimo dei cristiani di altre tradizioni, confessiamo che anch’essi hanno ricevuto il perdono del Signore e la sua grazia che opera in loro. E accogliamo il loro culto come espressione autentica di lode per quanto Dio compie. Desideriamo allora pregare insieme, unendo ancora di più le nostre voci. E anche quando le divergenze ci separano, riconosciamo di appartenere al popolo dei redenti, alla stessa famiglia di fratelli e sorelle amati dall’unico Padre».. L’immagine di una Chiesa in cammino verso la Terra Promessa della piena e visibile unità delinea così un Esodo ecumenico che aiuta a comprendere le speranze, le attese e le difficoltà del dialogo ecumenico, chiamato a confrontarsi quotidianamente con il mondo «sempre più ricco di mezzi e povero di di amore», dove continua a crescere la violenza e la divisione.
Sempre il 25 gennaio, all’indomani del suo rientro dal viaggio in Cile e Perù, papa Francesco ha ricevuto una delegazione della Chiesa luterana di Finlandia, proseguendo così la tradizione ecumenica di questo incontro che, da anni, fin dai tempi del pontificato di Giovanni Paolo II, caratterizza la celebrazione romana della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani; quest’anno l’udienza ha assunto un significato del tutto particolare alla luce di quanto è stato fatto nell’anno, appena concluso, di commemorazione comune del 500° anniversario della Riforma che per papa Francesco, «rimane una feconda opportunità per l’ecumenismo, perché ha segnato non un punto di arrivo, ma un punto di partenza nella ricerca ecumenica dell’unità piena e visibile tra di noi, sotto il triplice segno della gratitudine, del pentimento e della speranza, tutti e tre indispensabili se vogliamo davvero risanare la nostra memoria».
Questi due interventi di papa Francesco si possono leggere nella Documentazione Ecumenica dove sono stati ripubblicatianche la lettera del papa a mons. Vincenzo Paglia, in qualità di Gran Cancelliere del Pontificio Istituto Teologico Giovanni Paolo II per le scienze del matrimonio e della famiglia, per l’apertura della Cattedra Gaudium et Spes dell’Istituto con la quale si è voluto riaffermare la centralità del Vaticano II nella costruzione di ponti di dialogo tra la Chiesa e il mondo; la lettera a Ahmad Al-Tayyib Grande Imam di Al-Azhar per manifestare l’appoggio della Santa Sede a ogni iniziativa di pace in Terra Santa e nel Medio Oriente; il discorso per l’udienza a una delegazione della comunità yezidi in Germania, con il quale il papa è tornato a ricordare l’impegno della Chiesa Cattolica in favore di tutti coloro che vengono perseguitati; il discorso di papa Francesco ai membri all’Associazione Teologica Italiana, dove è stato rivolto un invito a radicare proprio sulla conoscenza del Concilio Vaticano II una riflessione che aiuti a vivere l’evangelo nella quotidianità.
In questo primo numero del 2018 ampio spazio è stato dato alle iniziative nelle diocesi in Italia per la celebrazione della Giornata per l’approfondimento della conoscenza del popolo ebraico e della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani: nelle trenta pagine, dedicate a questi due momenti, nella Agenda Ecumenica si ha un lungo elenco di incontri di preghiera, di approfondimento, di fraternità, di conoscenza che hanno animato questi giorni in tanti luoghi. Questo elenco, che non è certo completo dal momento che è il risultato di ciò che viene fatto arrivare alla redazione di «Veritas in caritate», mostra la straordinaria vivacità in Italia del cammino ecumenico, anche se, talvolta, si corre il rischio di non comprenderne fino in fondo la molteplicità di forme e di ricchezze di questa stagione dell’ecumenismo in Italia per le difficoltà che si hanno, per tante ragioni, nel condividere cosa si fa per vivere insieme il dono dell’amore infinito di Dio per la Chiesa Una in un tempo nel quale, anche in Italia, si incontrano «deserti spirituali» per riprendere un’espressione dell’omelia di papa Francesco del 25 gennaio. Sempre sulla Settimana di preghiera si può leggere nelle Memorie Storiche una riflessione di mons. Ablondi di 40 anni fa che aiuta a comprendere i passi compiuti, anche in Italia, nella prospettiva dell’Esodo ecumenico che viviamo.
Il 26 dicembre è scomparso, all’età di 92 anni, il padre Maurice Borrmans, che, per decenni, è stato uno dei più profondi conoscitori del mondo islamico, proponendo una lettura di questo mondo che, senza tacere gli elementi di profonda differenza con il cristianesimo, aiutasse a comprendere come cristiani e musulmani, soprattutto dopo la celebrazione del concilio Vaticano II e la sua recezione, fossero chiamati a trovare delle strade di dialogo per sostenere nel mondo quei valori comuni che niente avevano a che fare con la violenza. A lui, che era diventato un nome e un volto particolarmente noto all’Italia, va un ricordo grato per la sua opera a favore del dialogo.
Riccardo Burigana

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