«Incoraggiamoci gli uni gli altri a diventare discepoli sempre più fedeli di Gesù, sempre più liberi dai rispettivi pregiudizi del passato e sempre più desiderosi di pregare per e con gli altri. Un bel segno di questa volontà è il gemellaggio realizzato tra la vostra parrocchia di All Saints e quella cattolica di Ognissanti. I Santi di ogni confessione cristiana, pienamente uniti nella Gerusalemme di lassù, ci aprano la via per percorrere quaggiù tutte le possibili vie di un cammino cristiano fraterno e comune. Dove ci si riunisce nel nome di Gesù, Egli è lì (cfr Mt 18,20), e rivolgendo il suo sguardo di misericordia chiama a spendersi per lunità e per lamore. Che il volto di Dio splenda su di voi, sulle vostre famiglie e su tutta questa comunità!»: con queste parole papa Francesco ha concluso la sua omelia in occasione della visita alla Chiesa anglicana di All Saints che si è svolta domenica 26 febbraio. Il papa ha voluto incontrare questa comunità, accogliendo un invito che gli era stato rivolto. Infatti la comunità anglicana di All Saints celebra questanno il 200° anniversario della sua fondazione e aveva pensato di chiedere a papa Francesco di intervenire per sottolineare, ancora una volta, limportanza del dialogo ecumenico nella storia e nel presente di questa comunità. Questa visita di papa Francesco è stata particolarmente significativa per diversi motivi, dal momento che ha mostrato, tra laltro, la dimensione quotidiana e locale del dialogo ecumenico alla luce dei tanti passi che sono stati compiuti in questi decenni; non sono mancati gli accenni alle differenze che ancora impediscono la piena comunione, ma i presenti hanno voluto vivere questo tempo di incontro nella gioia del ringraziamento a Dio per quanto è stato fatto, soprattutto negli ultimi anni, per costruire un dialogo fatto anche di testimonianza comune a favore degl ultimi. Anche per questo nel corso di questa visita è stato firmato dalla parrocchia anglicana di All Saints e da quella cattolica di Tutti i Santi un protocollo di gemellaggio con il quale le due comunità si impegnano a proseguire quanto già fanno insieme e a fare anche qualcosa di nuovo nel campo dellaiuto ai poveri, della formazione e dellevangelizzazione in uno spirito ecumenico. La visita ha vissuto un momento particolarmente interessante quando, conclusa la liturgia, al papa sono state poste tre domande da tre voci della parrocchia anglicana: il papa ha risposto soffermandosi su cosa si debba intendere per lecumenismo e, soprattutto, come si debba vivere lecumenismo nella vita quotidiana delle comunità, ascoltando e condividendo esperienze anche lontane: proprio sulla condivisione delle esperienze il papa ha insistito non per contrapporre queste esperienze al dialogo teologico con il quale si cerca di chiarire e risolvere le questioni dogmatiche ancora aperte, ma per ricordare a tutti che queste esperienze, dove si vive lunità nella diversità, proprio insieme al dibattito teologico, sono parte dello stesso cammino ecumenico che deve coinvolgere tutti i cristiani nella preghiera, nella riflessione, nellannuncio e nella testimonianza di Cristo.
La visita di papa Francesco alla comunità anglicana di All Saints è stato uno dei momenti nei quali il papa è tornato sulla centralità dellecumenismo nella vita della Chiesa in queste ultime settimane; infatti papa Francesco ha voluto incontrare, anche questanno, secondo una tradizione consolidata negli anni fin dal tempo di Giovanni Paolo II, una delegazione ecumenica della Finlandia che si reca a Roma in occasione della festa di SantEnrico per confermare il proprio impegno per il dialogo ecumenico (19 gennaio); ha concluso la Settimana di preghiera per lunità dei cristiani con la celebrazione dei vespri ecumenici nella Basilica di San Paolo fuori le Mura, pronunciando unomelia nella quale forte è stato il richiamo a quanto è stato fatto tra i cristiani proprio grazie allincessante preghiera per lunità (25 gennaio); ha ricevuto i membri della Commissione Internazionale per il dialogo teologico tra la Chiesa Cattolica e le Chiese Ortodosse Orientali (27 gennaio) e una delegazione ecumenica della Chiesa Evangelica in Germania (6 febbraio). Importanti, sempre nella prospettiva di un ulteriore approfondimento del cammino ecumenico alla luce della comune radice ebraica e dellamicizia ebraico-cristiana, sono stati anche gli incontri di papa Francesco con una delegazione dellAnti-defamation League (9 febbraio 2017) e con il gruppo guidato dal rabbino Abraham Skorka per la presentazione di una speciale edizione della Torah, (23 febbraio 2017). Come si può leggere nellAgenda Ecumenica si è ulteriormente arricchito il calendario delle iniziative ecumeniche, ma non solo, per una sempre migliore comprensione della Riforma del XVI secolo; tra i queste iniziative va segnalato il convegno internazionale Ri-leggere la Riforma. Riletture teologiche, storiche, giuridiche, artistiche e letterarie della Riforma del XVI secolo, che si è tenuto a Firenze nei giorni 20-22 febbraio, promosso dal progetto di ricerca storico-religiosa «Eredità della Riforma. Leggere e rileggere la Riforma a 500 anni dal suo inizio», che coinvolge istituzioni accademiche e centri di ricerca dallItalia, dalla Grecia, dalla Romania e dal Brasile. Del convegno si può leggere una cronaca di suor Caterina Ciriello, pubblicata su «LOsservatore Romano», con una prima valuazone dal punto di vista storico-religioso, nella sezione Verso un anniversario ecumenico: 1517-2017, mentre nella Per una rassegna stampa sullEcumenismo si trova lintervista, che è stata fatta al termine del convegno di Firenze al vescovo luterano Younan Munib, presidente della Federazione Luterana Mondiale; il vescovo Munib, che ha aperto il convegno con un intervento che sarà pubblicato nel primo numero del 2017 della rivista «Colloquia Mediterranea», edita dalla Fondazione Giovannni Paolo II, ha ricordato lesperienza dellincontro ecumenico di Lund che ha non solo ha aperto le commemorazioni condivise per il 500° anniversario dellinizio della Riforma, ma ha delineato nuove prospettive per il cammino ecumenico, soprattutto nel campo della testimonianza condivisa di Cristo Uno.
Infine questo numero di «Veritas in caritate» esce con qualche giorno di ritardo rispetto alla sua chiusura per una serie di problemi di varia natura; di questo ritardo ce ne scusiamo con gli oltre 12.000 «indirizzi» ai quali viene inviata regolarmente «Veritas in caritate» per condividere quanto viene fatto per la promozione del dialogo ecumenico in Italia e per chiedere una preghiera per proseguire, tra speranze e difficoltà, il cammino verso la piena e visibile comunione di tutti i cristiani.
Riccardo Burigana