Assisi, la città di san Francesco, negli ultimi tre decenni ha visto incontrarsi, su invito della Santa Sede, a livello ufficiale quindi, i leader di molte fedi, motivati dal desiderio di mostrare al mondo il loro impegno per la pace. Sullesempio di san Francesco, testimone di dialogo e dellimitazione di Cristo nellamore verso sorelle e fratelli, si sono riuniti a pregare, ognuno secondo la propria fede, e a riflettere assieme sul da farsi per contrastare ogni spinta di scontro e di violenza attribuibile a motivi religiosi. In questo suo saggio, il prof. Riccardo Burigana ne ripercorre non solo le tappe, illustrandone i momenti salienti, ma presenta pure lo sviluppo del dialogo interreligioso a partire dal Concilio Vaticano II, in particolare dalla dichiarazione Nostra aetate, che ha indicato ai cattolici la strada del dialogo con gli altri credenti, dopo secoli di chiusura. A rinsaldare questa apertura, fondamentale è stata liniziativa di papa Giovanni Paolo II, che ha segnato una svolta nel cammino verso la costruzione di una pace nel mondo fondata sullordine, la giustizia e la libertà, e radicata «nella preghiera quotidiana e continua, che è apertura, ascolto, dialogo e ultimamente unione con Dio, fonte originaria della pace vera» (p. 83). Questo santo papa, come Burigana sottolinea nel suo testo, con levento del 27 ottobre 1986 ha voluto legare le nuove prospettive di dialogo tra le religioni alla figura del poverello dAssisi, universalmente riconosciuto come modello di dialogo per la pace, senza la rinuncia della propria identità. Ha fatto sì che, per la prima volta nella storia, i rappresentanti di tante religioni testimoniassero congiuntamente la loro volontà di voler condividere le sofferenze del mondo, pensando a un cammino comune in grado di condurre alla pace. Ne è nata quella dimensione spirituale dascolto e di dialogo chiamata «spirito di Assisi», fatta propria dai successivi papi, seppur in forme rinnovate ma sempre nel rispetto delle tradizioni altrui, come risposta allesortazione di Giovanni Paolo II: «Continuate a vivere il messaggio della pace, continuate a vivere lo spirito di Assisi!» (p. 68). Benedetto XVI, in occasione della ricorrenza dei venticinque anni dal primo incontro assisiate, si è fatto pellegrino nella città di san Francesco coinvolgendo, oltre ai leader religiosi, anche tutti i cercatori di pace e di giustizia, nellauspicio che lincontro «possa favorire il dialogo interreligioso per portare un raggio di luce capace di illuminare la mente e il cuore di tutti gli uomini, perché il rancore ceda il posto al perdono, la divisione alla riconciliazione, lodio allamore, la violenza alla mitezza, e nel mondo regni la pace» (p. 92). Papa Francesco si è mostrato subito sensibile al dialogo con tutti i cristiani, con le altre religioni e con il mondo per la costruzione di una pace fondata, oltre che sul perdono, la riconciliazione e la giustizia, anche sulla cultura dellaccoglienza. Ha rilanciato lidea di una quotidiana cooperazione delle religioni nella condanna della violenza; si è recato in quel luogo francescano in «pellegrinaggio damore», riaffermando lo «spirito di Assisi» in una prospettiva di rinnovamento. Ha invitato ogni leader religioso a essere un «artigiano della pace», a prodigarsi ogni giorno per aprire vie di dialogo e non per innalzare nuovi muri. Come ben osserva Andrea Riccardi nella prefazione, «lincontro nello spirito di Assisi, sia a livello di vita quotidiana che di evento, si propone come una via per ribadire il legame tra religioni e pace, ma anche per riaffermare come le religioni possano fondare in modo spirituale e umano il vivere insieme di genti diverse» (p. 16). Ne è convinto Burigana che, al termine del suo saggio, un lavoro ben curato e documentato che non ha nascosto le difficoltà incontrate dai papi nel loro cammino, afferma: «Assisi, anche alla luce della tradizione di e su san Francesco, chiede alla religione di essere pellegrina nel mondo e di portare in esso, con gioia e con speranza, il patrimonio spirituale della propria identità, con la quale costruire ponti al servizio della pace» (p. 140).