Il nostro incontrarci
«Il nostro incontrarci oggi si propone di contribuire a infondere coraggio e speranza a coloro che cercano rifugio e a tutti coloro che li accolgono e li assistono. Esortiamo la comunità internazionale a fare della protezione delle vite umane una priorità e a sostenere, ad ogni livello, politiche inclusive che si estendano a tutte le comunità religiose. La terribile situazione di tutti coloro che sono colpiti dallattuale crisi umanitaria, compresi tantissimi nostri fratelli e sorelle cristiani, richiede la nostra costante preghiera»: con queste parole si conclude la Dichiarazione congiunta, sottoscritta da papa Francesco, da Bartolomeo, patriarca ecumenico di Costantinopoli, e da Ieronymus, arcivescovo di Atene e di tutta la Grecia, a Lesbo, il 16 aprile, al termine di una giornata particolarmente significativa per il cammino ecumenico. A Lesbo Francesco, Bartolomeo e Ieronymus hanno voluto visitare, insieme, il campo profughi a Moria, dove disperazione, povertà, solitudine e dolore accompagnano tutti coloro che, attraverso indicibili vicissitudini, sono riusciti a arrivare a Lesbo con la speranza che il loro viaggio potesse proseguire fino a ragiungere un luogo dove far vivere una speranza per il domani. A tutti coloro che si trovano nel campo profughi papa Francesco, il patriarca Bartolomeo e larcivescovo Ieronymus hanno voluto esprimere la loro solidarietà, in nome di Cristo, testimoniando ancora una volta limpegno ecumenico per trovare una soluzione per coloro che fuggono dalla guerra e dalla fame, una soluzione che non guardi ai numeri e che non risponda a logiche economiche, ma che sia una risposta al riconoscere in ogni uomo e in ogni donna una creatura di Dio da amare, da custodire. A Lesbo, al di là dei documenti scritti e delle parole pronunciate, si è toccato con mano quanto i cristiani possono e devono fare per costruire una cultura dellaccoglienza con la quale sconfiggere la violenza: in questo compito, che ai cristiani è chiesto per essere fedeli a quanto Gesù Cristo ha detto e fatto nella sua vita, si deve trovare la collaborazione delle altre religioni e si deve domandare alle istituzioni politiche di fare dei passi che sappiano vincere la paura dellaltro.
I testi di papa Francesco, del patriarca Bartolomeo e dellarcivescovo Ieronymus della giornata di Lesbo si possono leggere nella Documentazione Ecumenica, che è particolarmente ricca in questo numero di «Veritas in caritate»; infatti si trovano il discorso di papa Francesco alla delegazione del Consiglio Metodista Mondiale (7 aprile 2016) che ha inaugurato un centro studi a Roma; la lettera di papa Francesco a Sua Santità Tawadros II con la quale viene istituita una giornata di amicizia copto-cattolica; il messaggio del papa alla Comunità ebraica di Roma in occasione della Festa di Pesach. Si può leggere lenciclica del patriarca Bartolomeo per la convocazione del Sinodo Panortodosso e il messaggio congiunto del Consiglio delle Conferenze Episcopali Europee e della Conferenza delle Chiese Europee per la Giornata Internazionale dei Rom. Accanto a questi testi di carattere ecumenico ne vengono poi proposti altri sul e per il dialogo interreligioso, mentre di papa Francesco viene pubblicato il discorso pronunciato al momento della consegna del premio Carlo Magno al pontefice e i numeri dellesortazione apostolica Amoris Laetitia dove si parla del rapporto tra famiglia e dialogo ecumenico. Si tratta di un passaggio sul quale non mancheranno riflessioni e studi; intanto, per un commento generale sul carattere dellesortazione, si può leggere un articolo di don Gilfredo Marengo, odinario di antropologia teologica presso il Pontificio Istituto Giovanni Paolo II per studi su Matrimonio e Famiglia.
Nella ampia Agenda degli incontri ecumenici si possono notare tra le molteplici iniziative, promosse in molti luoghi e da molti soggetti, gli incontri ecumenici di preghiera per Pentecoste, con i quali si rinnova una tradizione che in alcuni paesi dellemisfero australe, dal Brasile, alla Colombia allAustralia fino alla Nuova Zelanda, fa sì che proprio nella settimana di Pentecoste si celebri la Settimana di preghiera per lunità dei cristiani. Sul rilievo ecumenico della Pentecoste si può leggere anche la riflesssione di don Mauro Lucchesi, direttore della Commissione per lEcumenismo e il Dialogo Interreligioso della Conferenza Episcopale della Toscana, riflessione che si trova nella Spiritualità Ecumenica, dopo essere stata pubblicata nellultimo numero della newsletter «Ecumenismo Quotidiano». Ancora sulla dimensione ecumenica della Pentecoste si può leggere, in Memorie storiche, una riflessione di mons. Carlo Ghidelli, pubblicata nel 1985. Sempre più numerosi sono anche gli incontri sulla Riforma molto diversi tra di loro, dalla presentazione di qualche riformatore del XVI secolo, alla riflessione sullo stato del dialogo ecumenico alla luce della Riforma, alla riflessione su un tema trasversale al mondo delle chiese nate dalla Riforma e delle sue riletture. Questi incontri accompagnano la preparazione alla celebrazione del 500° anniversario della Riforma (1517-2017), che è stato pensato dalla Chiesa Luterana come un momento ecumenico per ripensare il significato storico-teologico della Riforma in una prospettiva che aiuti a superare le divisioni rispettando lidentità delle tradizioni cristiane. In Verso un anniversario ecumenico: 1517-2017 si trova una breve rassegna di quanto è stato preparato in Germania dagli evangelici tedeschi per il 2017 a partire dal 31 ottobre 2016, quando partirà ufficialmente lanno delle celebrazioni del 500° anniversario. A una migliore conoscenza della Riforma, dai contenuti alla metodologia di insegnamento, lAssociazione Italiana Docenti di Ecumenismo ha deciso di dedicare, per due anni le Giornate di Studio annuali, a cominiciare da quella del 2016, che si terrà a Firenze, lunedì 4 luglio, presso lIstituto Avventista di Cultura Biblica.
Il 30 aprile è scomparso il pastore valdese Alberto Taccia che ha dedicato la sua vita al dialogo ecumenico, in particolare alla riflessione sui matrimoni interconfessionali; il suo contributo teologico-pastorale è stato fondamentale per comprendere come cattolici e valdesi possono vivere la propria fede in una stessa famiglia, arricchendosi a vicenda, tanto da indicare delle strade per una testimonianza comune in grado di valorizzare le proprie identità; a lui, così come a don Mario Polastro, che condivise a lungo speranze e proposte sulla riflessione sui matrimoni interconfessionali, va un grazie particolare.
Infine questo numero di «Veritas in caritate» è stato definitivamente chiuso il 14 maggio, con qualche giorno di ritardo, rispetto a quanto era stato immaginato; il prossimo sarà chiuso il 31 maggio e inviato nei primi giorni di giugno.
Riccardo Burigana