UFFICIO NAZIONALE PER L'ECUMENISMO E IL DIALOGO INTERRELIGIOSO
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Veritas in caritate – n.3/ 2013

«Grazie ancora per la vostra presenza», Con queste parole Papa Francesco ha concluso il suo discorso ai rappresentanti delle Chiese e delle comunità ecclesiali e di altre religioni che ha incontrato il 20 marzo, il giorno dopo la celebrazione della Santa messa con la quale ha avuto inizio il suo pontificato.
9 Aprile 2013
«Grazie ancora per la vostra presenza»
        Con queste parole Papa Francesco ha concluso il suo discorso ai rappresentanti delle Chiese e delle comunità ecclesiali e di altre religioni che ha incontrato il 20 marzo, il giorno dopo la celebrazione della Santa messa con la quale ha avuto inizio il suo pontificato: il 13 marzo il cardinale Jorge Mario Bergoglio, gesuita, arcivescovo di Buenos Aires, è stato eletto 266° successore di Pietro, alla quinta votazione; il neo-eletto, fin dalla scelta del nome, Francesco, e dalle sue prime parole ha suscitato speranze e interesse, non solo nella Chiesa Cattolica, come in tanti hanno sottolineato in questi giorni nel commentare i primi passi del pontificato di papa Francesco, che sono stati ricchi di gesti e parole evangeliche, accompagnate dalla richiesta di una preghiera quotidiana per il suo ministero e per la Chiesa in un rinnovato impegno per vivere la comunione ecclesiale. Fin dalla sua elezione papa Francesco ha mostrato un’attenzione particolare alla dimensione del dialogo della Chiesa e nella Chiesa. Nell’incontro con i rappresentanti delle Chiese e delle comunità ecclesiali  e di altre religioni questa attenzione è emersa con grande evidenza, soprattutto per le parole con le quali papa Francesco ha voluto indicare l’importanza della costruzione dell’unità da parte della Chiesa Cattolica proprio attraverso il dialogo ecumenico, secondo quanto indicato dal Concilio Vaticano II. In questo discorso il Vaticano II è stato citato talvolta in modo esplicito, molto più spesso evocato con espressioni e immagini che hanno richiamato ai documenti promulgati e alla loro recezione. Di particolare importanza è stato lo stesso incipit di papa Francesco che ha voluto ringraziare «il nostro fratello Andrea», cioè il Patriarca Ecumenico di Costantinopoli Bartolomeo I per le parole con le quali aveva voluto aprire questo incontro: con quel titolo, «fratello Andrea», si è così voluto dare un segno inequivocabile della piena condivisione di un cammino che in questi anni, proprio a partire dall’abbraccio di papa Paolo VI e del Patriarca Atenagora, a Gerusalemme, nel gennaio 1964, ha dato tanti frutti che hanno testimoniato la comune volontà di costruire l’unità visibile della Chiesa, senza ignorare le difficoltà e le differenze. Nello stesso incontro il papa ha voluto riaffermare l’importanza del dialogo con gli ebrei e con i mussulmani indicando le peciliari natura e finalità, evocando anche in questo caso la lettera e l’eredità del concilio Vaticano II che rimane una fonte privilegiata nella definizione delle vie con le quali la Chiesa Cattolica deve ulteriormente sviluppare la dimensione del dialogo ecumenico e del dialogo interreligioso nella quotidianità della missione dell’annuncio di Cristo. In questo numero di «Veritas in caritate» il discorso di papa Francesco del 20 marzo si può leggere nella sezione Documentazione Ecumenica, nella quale si è deciso di pubblicare anche l’omelia del papa per la messa per l’inizio del suo pontificato, il messaggio che il pontefice ha rivolto al rabbino capo di Roma, Riccardo Di Segni, a poche ore dalla sua elezione, e il messaggio di papa Francesco all’arcivescovo di Canterbury, il reverendo Justin Welby, in occasione dell’inizio del suo «ministero pastorale». Nella stessa sezione si può leggere, oltre che il messaggio di Benedetto XVI sempre al reverendo Welby per la sua «conferma», redatto in febbraio, la Carta di Milano 2013, che è opera del Forum delle Religioni di Milano per favorire il ruolo che le religioni, alla luce di una consolidata tradizione di dialogo e di reciproca conoscenza, possono e devono avere in una realtà locale per superare pregiudizi e discriminazione. Sulla cerimonia della consegna e della presentazione della Carta si può leggere anche un articolo nella sezione Per una rassegna stampa sull’Ecumenismo, nella quale si trovano anche due brevi articoli sulla dimensione ecumenica di questi primi passi del pontificato di Francesco, oltre a una serie di articoli su qualcuno dei molti avvenimenti ecumenici che, in Italia e nel mondo, contribuiscono a rafforzare il dialogo tra cristiani.
        Dell’Agenda ecumenica si deve ricordare, almeno, due convegni; il primo è stato celebrato pochi giorni fa, a Venezia, il 22 marzo, La Chiesa del Vaticano II. Riletture dalla Lumen gentium, da Ecclesiarum Orientalium e da Unitatis redintegratio.  Questo convegno è stato promosso dall’Istituto di Studi Ecumenici e costituisce la seconda tappa di un cammino di approfondimento della dimensione ecumenica del Vaticano II a partire da auna rilettura dei suoi documenti e della loro recezione; il convegno è stata così l’occasione di un confronto sullo stato della recezione dell’ecclesiologia del Vaticano II nella prospettiva ecumenica, della quale rappresenta un punto di riferimento per la teologia cristiana. Il secondo convegno si terrà a Bergamo, tra qualche settimana, il 12 e il 13 aprile; questo convegno, Giovanni XXIII e Paolo VI. I Papi del Concilio, si propone di affrontare le ricchezze spirituali e pastorali dei due papi che hanno guidato il Vaticano II.
        Nella sezione Memorie Storiche è stato pubblicato un testo di mons. Vincenzo Savio: si tratta del commento al Padre Nostro che l’allora vescovo ausiliare di Livorno fece in occasione del I Convegno ecumenico nazionale; con la riproposizione di questo testo si è voluto offrire un ulteriore elemento per proseguire la riflessione sulla vita di mons. Savio, del quale, tra pochi giorni, si ricorderà il nono anniversario della sua scomparsa: a Osio Sotto, il suo paese natale, il gruppo degli «amici di mons. Savio»,  celebreranno una messa in ricordo il 2 aprile.
        Infine mi è grato rivolgere l’augurio che il mistero della morte e resurrezione di Gesù Cristo possa essere un tempo di gioia e di speranza per proseguire il cammino ecumenico che cristiani e cristiane sono chiamati a vivere.
Riccardo Burigana
Venezia, 25 marzo 2013