UFFICIO NAZIONALE PER L'ECUMENISMO E IL DIALOGO INTERRELIGIOSO
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Veritas in caritate – Supplemento

«Noi, come quei primi cristiani, abbiamo bisogno di continuare a pregare insieme per il dono dell'unità, che dà grande speranza al mondo, per la pacifica convivenza dei popoli e la pace nell'universo; così facendo anche noi saremo trasformati da questa preghiera, e a mano a mano ciò per cui preghiamo si realizzerà nel nostro stesso essere.
11 Febbraio 2011
Uniti nella preghiera
Per una rassegna delle iniziative in Italia per la Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani
RICCARDO BURIGANA
«L’Osservatore Romano» 30/01/2011
 
«Noi, come quei primi cristiani, abbiamo bisogno di continuare a pregare insieme per il dono dell'unità, che dà grande speranza al mondo, per la pacifica convivenza dei popoli e la pace nell'universo; così facendo anche noi saremo trasformati da questa preghiera, e a mano a mano ciò per cui preghiamo si realizzerà nel nostro stesso essere. Saremo rafforzati da questa preghiera e mossi ad incarnare la pace che sgorga da essa.»: con queste parole ci conclude la lettera di presentazione alla traduzione italiana del sussidio per la Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani del 2011. La lettera porta la firma di mons. Mansueto Bianchi, vescovo di Pistoia, dal maggio scorso presidente della Commissione per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso della Conferenza Episcopale Italiana, del pastore metodista Massimo Aquilante, dal dicembre 2009 presidente della Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia, e dell’arcivescovo Gennadios Zervos, metropolita di Italia e di Malta per il Patriarcato Ecumenico di Costantinopoli, presidente della Conferenza dei vescovi ortodossi dell’Italia; con questa lettera si rinnova la tradizione di un impegno ecumenico da parte delle Chiese e comunità ecclesiali in Italia che da anni si confronta con le questioni ancora aperte nel dialogo ecumenico, ma soprattutto con la sempre nuova fisionomia del cristianesimo in Italia, a seguito dei flussi migratori che hanno determinato la nascita di centinaia di comunità cristiane, prevalentemente di tradizione ortodossa e di ispirazione pentecostale, che sono venute arricchendo la riflessione e la testimonianza cristiana in Italia. Questa ricchezza, che pone nuove domande alla vita quotidiana delle comunità locali in Italia, si manifesta in molti modi, ma indubbiamente la Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani rappresenta un momento particolarmente privilegiato per cogliere i passi  compiuti dal dialogo ecumenico e il quasi totale coinvolgimento dei cristiani alla causa ecumenica. Quest’anno, in Italia, la Settimana di preghiera ha avuto come prologo un incontro nazionale sul centenario della Conferenza Missionaria di Edimburgo, che si è tenuto a Roma, il 10 gennaio, con il quale si è voluto sottolineare il rapporto tra le tante iniziative locali che hanno ricordato la Conferenza di Edimburgo come momento fondativo dell’ecumenismo contemporaneo, e la dimensione universale della  centralità della missione della Chiesa, che coinvolge tutti  i cristiani nella quotidianità della testimonianza evangelica, che assume un significato particolare se avviene in una prospettiva ecumenica. Non si è quindi semplicemente celebrato un anniversario, per quanto importante per la storia dell’ecumenismo, ma si è riflettuto su un cammino comune che è fatto di eventi, come la Conferenza ecumenica di Kingston sulla lotta a ogni forma di violenza, nel prossimo maggio, e di memorie, come la celebrazione del 50° anniversario dell’apertura del Concilio Vaticano II nel 2012.
 Dalle informazioni, raccolte in oltre 150 diocesi,  emerge un quadro particolarmente articolato delle forme con le quali si è celebrata la Settimana di preghiera in Italia; le tante iniziative testimoniano ancora una volta la straordinaria vitalità del dialogo ecumenico in Italia, ben oltre la percezione che si ha o, talvolta, si vuole avere, fermandosi all’osservazione di un contesto locale o di un singolo episodio, tanto più che accanto a un ecumenismo della quotidianità sempre più radicato e diffuso in Italia non viene meno una tensione alla riflessione e alla formazione ecumenica.  Pur in presenza di un panorama tanto articolato, nel quale confluiscono vari elementi, come anche la celebrazione della Giornata della Salvaguardia del Creato durante la Settimana, come accade a Aosta,  si possono indicare alcuni elementi significativi. Innanzitutto c’è stato un vasto coinvolgimento dell’episcopato, in prima persona, nelle liturgie ecumeniche, spesso incentrate sull’ascolto e il commento della Parola di Dio, spesso per l’apertura e per la conclusione della Settimana. Si tratta di una partecipazione che coinvolge gran parte delle diocesi, come dimostra la presenza del card. Angelo Bagnasco nella preghiera ecumenica nella Chiesa valdese, solo per fare un esempio; l’elenco delle diocesi nelle quali l’ordinario del luogo ha preso parte a un incontro ecumenico, comprende molte diocesi , tra cui, Alba, Ancona, Ascoli Piceno, Asti, Como, Firenze, Ivrea, Lucca, Manfredonia, Messina, Rimini, Saluzzo fino a Torino, dove mons. Cesare Nosiglia, da pochi mesi arcivescovo di Torino, ha voluto aprire la Settimana di preghiera insieme al pastore valdese Paolo Ribet e al padre ortodosso romeno Giorgio Vassilescu in Duomo. Un altro elemento è costituito da una sempre maggiore partecipazione delle comunità pentecostali, che hanno risposto agli inviti rivolti loro dalle Chiese già impegnate nel dialogo ecumenico; questo invito non è stato solo il tentativo, coinvolgendo nella preparazione di questi incontri, anche altre soggetti diocesani, di favorire l’integrazione di queste comunità, spesso formate prevalentemente da immigranti, talvolta di una comune provenienza linguistica, ma rispondeva al desiderio di ampliare l’orizzonte ecumenico in Italia, partendo dalla rimozione dei pregiudizi che spesso hanno frenato il dialogo tra cristiani.  Si è così alimentato un dialogo che, in molti casi, muove ora i suoi primi passi, fondato sulla scoperta del dono di una fede comune che conduce alla preghiera per la Chiesa. Naturalmente, accanto a questi aspetti, che non devono far dimenticare le comunità evangelicali che ancora rifiutano il dialogo con gli altri cristiani, promovendo talvolta una sorta di ecumenismo alternativo, va notato il tentativo in molte diocesi di radicare sempre più l’ecumenismo nelle realtà parrocchiali, anche alla luce della presenza dei fedeli di tradizione ortodossa, come è avvenuto nella diocesi di Mondovì, con la celebrazione di un incontro in ogni unità pastorale. Inoltre va notato che si sono  moltiplicando anche i momenti di preghiera accompagnati dai cori ecumenici, da  Albano,  a Verona,  a Massa Marittima, a Messina, a Padova, a San Severo e a Torino, con l’evidente diffusione di una prassi che crea e fa scoprire comunione tra i cristiani. Si è ampliato anche il ricorso allo «scambio dell’ambone», che si inserisce nel quadro di una riflessione che sottolinea la centralità dell’ascolto della Parola, commentata a più voci, nella preghiera ecumenica, che si è manifestata in tante diocesi, come Cremona, Parma, Milano, Pistoia e Torino, solo per citarne alcune. Molte comunità religiose hanno promosso loro stesse delle letture ecumeniche della Scrittura, anche all’interno della celebrazione eucaristica, esplicitamente dedicata all’unità della Chiesa. Di rilievo è anche l’attenzione rivolta ai giovani, che ha assunto forme molto diverse da diocesi a diocesi, a Ancona, a Bergamo, a Palermo, Parma, Torino, Urbino e a Venezia, anche se riconducibili all’idea della condivisione con i più giovani di un cammino ecumenico sulla preghiera e sulla conoscenza dell’altro, segno di una scelta irreversibile maturata nelle Chiese nel corso del XX secolo. Un altro aspetto, che conferma una tradizione ben radicata nella celebrazione della Settimana in Italia, è stato l’impegno per una riflessione storico-teologica sull’ecumenismo; molti sono stati gli incontri, a più voci, su temi e questioni ancora aperte del dialogo ecumenico, così come numerose le presentazioneidi volumi. Tra questi incontri va ricordata il commento della   esortazione post-sinodale Verbum Domini a tre voci, a parte del cardinale Angelo Scola, patriarca di Venezia, dell’archimandrita ortodosso Evangelios Yfantidis e della pastora valdese Elisabetta Ribet, come momento di formazione ecumenica, rivolta soprattutto al clero della diocesi di Venezia. La Settimana di preghiera è anche un momento di condivisione caritativa: molti sono i progetti per i quali si è chiesto un’offerta durante i diversi incontri. Tra i diversi progetti, oltre che il sostegno a quanto le Società bibliche fanno nel mondo per la promozione della traduzione e della diffusione della Scrittura, si possono ricordare la raccolta per l’alluvione che ha colpito il Veneto e per il sostegno all’accompagnamento delle carcerate, promosse rispettivamente dalle diocesi di Firenze e di Venezia.
 Da questi elementi, che vogliono solo dare delle indicazioni sulla complessità e sulla ricchezza delle tante iniziative della Settimana in Italia, emerge come il moltiplicarsi della preghiera ecumenica, fondata sull’ascolto sulla Scrittura, si accompagni alla ricerca di una testimonianza concreta e quotidiana dell’unità dei cristiani e del desiderio di una sempre migliore conoscenza della memoria storica e del presente del dialogo ecumenico. Quest’ultimo aspetto appare particolarmente importante anche alla luce della scomparsa, in questi ultimi mesi, di alcuni pionieri del dialogo ecumenico in Italia, come mons,. Alberto Ablondi,  mons. Eleuterio Fortino e   Maria Girardet Sbaffi: la loro opera costituisce un patrimonio prezioso per l’ulteriore sviluppo del dialogo ecumenico in Italia, mostrando quanto i cristiani possono contribuire alla costruzione di una società fondata sull’ascolto e sul rispetto dell’altro, con l’annuncio e con la testimonianza dell’evangelo.